Una traduzione da Rape is not a human right

Deep Green Resistanceè un movimentoambientalista nato dalla convinzione che il tradizionale attivismo sia inefficace. Ritiene che la civiltà industriale stia distruggendo il pianeta e che per questo è necessario un cambiamento radicale della struttura sociale. Si dichiara un movimento anti-razzista, anti-colonialista, anti-capitalista e in linea col femminismo radicale; si interessa di molti altri temi sociali.

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Cara Amnesty International,

In quanto  più grande organizzazione per i diritti umani del mondo [1], non ti puoi permettere di ignorare le cifre. Rivediamone alcune.

I ricercatori, intervistando 854 persone prostituite in 9 paesi – la stragrande maggioranza delle quali donne [2] – hanno rilevato che:

l’89 % voleva uscirne, ma non aveva altre opzioni per la sopravvivenza il 71 % era stato aggredito fisicamente da protettori o clienti il 63 % era stato violentato da protettori o clienti il 75 % aveva sperimentato la vita da senzatetto il 68 % soffriva di PTSD (disturbo post-traumatico da stress).

Se a qualcuno queste cifre possono sembrare moderate, riportiamo la testimonianza di una sopravvissuta: “Le prostitute tendono a minimizzare. E’ un meccanismo di protezione. Devi convincere te stessa e tutti intorno a te che è fantastico. Devi dire la bugia  ‘ Mi piace’ così tante volte per finire col crederci anche tu. Per raccontarti che è tutto OK ti dici ‘Non sono stata picchiata oggi. Non ho perso tutti i miei soldi oggi ‘ Le donne lo fanno per riuscire a sopportare… Non possono dirsi la verità, o ne morirebbero.” [3]

Si sostiene che la prostituzione sia un “lavoro”, ma si tollererebbero simili cifre se riguardassero  qualsiasi altro settore? Le tollerereste se riguardassero operai sfruttati? Se fossero dati in merito a dipendenti della IBM o della Target o della Nestlé? Certo che no. La differenza, come si evince dal vostro ripugnante comunicato, è questa:

“Il desiderio e l’attività sessuale sono bisogni umani fondamentali. Criminalizzare coloro che non sono in grado o per qualche motivo sono impossibilitati a soddisfare tale esigenza attraverso i mezzi tradizionali e per questo acquistano sesso, può per questa ragione rappresentare una violazione del diritto alla privacy e minare il diritto alla libera espressione e alla salute.” [4]

Questa affermazione non è altro che una difesa dello stupro, attentamente formulata allo scopo di spacciarlo come diritto umano. La prima frase significa: “Gli uomini hanno bisogno di scopare le donne.” La seconda frase significa: “Se le donne non permettono agli uomini di scoparle, gli uomini hanno il diritto di costringerle.” In nessun caso lo stupro può essere considerato un diritto umano. Questo è vero sia quando gli uomini usano il potere economico, sia quando usano la forza fisica.

Amnesty, sembri credere che la legalizzazione farà scomparire i problemi connessi alla prostituzione sommersa. Ma la situazione per le donne non è migliore dove la prostituzione è legale. In Germania, il 59% delle intervistate ha dichiarato che legalizzazione non le protegge da stupro e aggressioni fisiche. [2] In molti dei bordelli legali del Nevada, le donne sono “autorizzate” a lasciare il bordello per sole quattro ore alla settimana; per le restanti 164 (ore) devono essere sempre disponibili alle richieste sessuali dei clienti. In altri (bordelli), le donne non sono autorizzate a possedere automobili. I clienti non devono sottoporsi a test per controllare che non siano affetti da malattie veneree, ma se le donne risultano positive al test per l’HIV vengono licenziate. Se continuano ad esercitare possono essere accusate di tentato omicidio, mentre nessuna legge impedisce al cliente malato di HIV di pagare per abusare delle donne. Ci sono bordelli legali, in Nevada come nei Paesi Bassi, dove i ruffiani marchiano letteralmente le donne con dei tatuaggi per segnalare che sono di loro proprietà. [3] [5]

Sicuramente è necessario ascoltare le voci delle donne. Voci come quella di una donna canadese che ha detto ai ricercatori che “ciò che è stupro per gli altri, è normale per noi .” O della donna che ha detto “mi sento come immagino si siano sentite quelle persone che erano nei campi di concentramento una volta uscite … è un vero e profondo dolore, una aggressione alla mia mente, al mio corpo , alla mia dignità di essere umano… Mi sento come se quello che la prostituzione mi ha portato via fosse irrecuperabile ” [2] Oppure la voce di quella superstite di un bordello del Nevada che, alla richiesta di descrivere la sua esperienza, ha dichiarato:” Le prime parole che mi vengono in mente sono: degradata, disumanizzata, usata, vittima, piena di vergogna, umiliata, imbarazzata, insultata, schiavizzata, lo stuprata, violata. ” O un altra che ha detto: ” E ‘come firmare un contratto per essere violentata “. [3]

Non hai sentito le voci delle donne di colore che hanno parlato delle connessioni tra la prostituzione e il razzismo? Ad esempio, quella donna indigena alla quale un cliente ha detto: “Pensavo vi avessimo uccisi tutti”. [6] O Sarah Mah, che ha ricordato la grande quantità di persone di colore all’interno di prostituzione. [7] O Fatima Nat Dhuniya, sopravvissuta al traffico di esseri umani, la quale ha dichiarato che “Finché c’è un acquirente, il sistema prostituente non potrà mai essere smantellato.” O Cherry Smiley (Nlaka’pamux / Dine) , che ha detto alle Nazioni Unite che la prostituzione è un “sistema di colonizzazione” e ha respinto il termine “sex-worker”, preferendo “prostitute”, perché la parola prostituta “riconosce che forze quali la colonizzazione, il razzismo, il patriarcato e il capitalismo stanno incanalando le donne verso la prostituzione”. [8]

Se non è possibile ascoltare le donne, forse si potrebbero almeno ascoltare gli uomini che le usano. Per esempio quel cliente che ha detto: “I ragazzi godono nel controllare le donne, usano la forza fisica per controllare le donne, davvero. Se guardi bene, è stupro a pagamento. Lei è sottomessa in quel momento, quindi tu sei la persona dominante. Deve fare quello che vuoi .” O quello che ha detto: “La prostituzione dice che le donne valgono meno degli uomini .” O un altro ancora, che ha detto ad una donna: “ho pagato per questo. Non hai alcun diritto. Sei mia adesso.” [3 ] Se persino i clienti sono in grado di ammettere di essere degli stupratori, allora perché è così difficile per voi di fare lo stesso? Invece di chiamarli autori di una violazione dei diritti umani, rivendicate per loro il ruolo di vittime.

Per giustificare il vostro sostegno alla prostituzione ponete la condizione che “nessuna coercizione, minaccia o violenza [ venga ] associata a tali atti “, ma chi ha a cuore che le persone non patiscano coercizione, minacce o violenza è in grado di riconoscere che la prostituzione è ovunque dipendente proprio da queste cose. Che la prostituzione sia un’istituzione coercitiva dovrebbe essere ovvio, per il semplice fatto che le donne vengono comprate per parteciparvi. Melissa Farley ha paragonato questa dipendenza economica alla situazione delle donne maltrattate:

Per molte ragioni una persona può ‘scegliere’ qualcosa che è profondamente dannoso per se stessa, magari perché è cresciuta con una percezione limitata o errata di sé. Si è ritenuto per molto tempo che le donne scegliessero liberamente di tornare da partner violenti, quando in realtà erano solo terrorizzate all’idea di vivere con risorse economiche limitate. [3]

La coercizione economica è ulteriormente aggravata dalla tossicodipendenza: uno studio ha scoperto che il 78% delle donne ha iniziato ad usare cocaina e crack, una volta coinvolte nella prostituzione, e l’84% delle donne erano sballate più della metà del tempo trascorso ad esercitare. [9] La tossicodipendenza è nota per essere “una tattica comunemente utilizzata da protettori e trafficanti per controllare le prostitute”. [1] Quella piccola minoranza che sceglierebbe di rimanere nel settore non fa nulla per negare il fatto che la maggior parte delle donne non ha i mezzi per fuggire. La tua difesa di un mondo in cui gli uomini possono prostituire le donne senza “minaccia o violenza” è una fantasia. Citando nuovamente Melissa Farley:

Gli stessi sfruttatori certamente non credono al mito fasullo della prostituzione come scelta di lavoro, per questo motivo ritengono necessario impiegare tattiche estreme per ingannare, intrappolare, sopraffare, e fare il lavaggio del cervello alle donne. Come torturatori militari, i protettori mettono le donne di fronte a scelte impossibili allo scopo di condurle ad una disperazione senza speranza. Viene detto loro di scegliere tra essere picchiate o fare del male ad un’altra persona. Sono costrette ad acconsentire alla prostituzione con la minaccia che (se rifiutassero) i loro familiari subirebbero tragiche conseguenze.

La prostituzione dipende anche dal traffico di bambini. L’età media del reclutamento nella prostituzione negli Stati Uniti è tra i 13 e i 14 anni. [2] Secondo l’Unicef ​, ci sono più di 250.000 bambine prostitute in Brasile, un paese dove la prostituzione è legale. Alcuni di questi bambini non hanno più di sette anni. [10] Meno di due anni fa, quando la Corte Suprema del Brasile ha assolto un uomo che aveva violentato tre ragazze di 12 anni, giustificandosi affermando che erano “sex-workers”, avete divulgato un comunicato stampa definendo la decisione “scandalosa” e ” un semaforo verde per gli stupratori “. [11] Oggi, a quanto pare, sareste più inclini a parlare deela difesa di un “diritto umano”.

Nella bozza del documento avete escluso il modello nordico, in base al quale è prevista una pena per magnaccia, madame e clienti, e nulla nei confronti delle donne che si prostituiscono. Come abbiamo riportato, questa posizione vuole tutelare il “diritto umano” degli uomini di avere sessualmente accesso e sfruttare le donne. Questa è una valutazione che dovreste riconsiderare. Cioè, dovreste se sperate di mantenere l’immagine di un’organizzazione dedicata alla giustizia sociale, ai diritti delle donne e di altri gruppi oppressi; altrimenti diventerete un altro gruppo a servizio degli interessi di magnaccia, clienti, e dell’industria del sesso.

Bibliografia:

[1] http://gladstone.uoregon.edu/~amnesty/amnesty_what.html [2] http://www.prostitutionresearch.com/pdf/Prostitutionin9Countries.pdf [3] Melissa Farley, Prostitution & Trafficking in Nevada: Making the Connections [4] http://www.scribd.com/doc/202126121/Amnesty-Prostitution-Policy-document [5] Sheila Jeffreys, The Industrial Vagina [6] http://www.prostitutionresearch.com/Garden_of_Truth_The%20Prostitution%20and%20Trafficking%20of%20Native%20Women.pdf [7] http://fullcomment.nationalpost.com/2014/01/08/sarah-m-mah-help-prostitutes-by-fighting-racism/ [8] http://www.youtube.com/watch?v=BZ_v_XkzoW8 [9] Margaret A. Baldwin, “Living in Longing: Prostitution, Trauma Recovery, and Public Assistance” in Melissa Farley, ed., Prostitution, Trafficking, and Traumatic Stress [10] http://www.bbc.co.uk/news/world-10764371 [11] http://amnesty.org/en/news/brazil-outrageous-supreme-court-ruling-gives-green-light-rapists-2012-04-02

Sullo stesso argomento:

Lettera aperta ad Amnesty International

Petizione: Amnesty International e la prostituzione

Leggi tutto... http://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2014/02/25/lo-stupro-non-e-un-diritto-umano/