Lalla Romano

Una giovinezza inventata

È il romanzo di formazione di una ragazza borghese, l’autrice, guidata dalla passione divorante per la bellezza e la verità, intese come un tutt’uno. Sono gli anni Venti e la giovane Lalla si reca a studiare a Torino, una città malinconicamente struggente nel suo decoro un po’ antiquato. Accanto al percorso universitario, Lalla approfondisce il proprio talento per la pittura, frequentando dapprima lo studio di Giovanni Guarlotti, maestro naturalista di tradizione ottocentesca, e passando poi alla scuola di Felice Casorati. In questo romanzo, attraversato da interrogativi e turbamenti, e talvolta venato di malinconia, Lalla Romano narra la scoperta del suo modo di essere, la sua educazione sentimentale e la sua passione per l’arte.
Sul titolo, scrive Lalla Romano stessa: «Una giovinezza inventata, che diventa verità nella vecchiaia» è l’esergo di Elias Canetti, illuminante sul senso del libro. La vecchiaia o, per meglio dire, la scrittura nel caso dell’autrice, dà un senso di autentificazione a personaggi, storie, situazioni che nel fluire della vita sono fraintesi, mitizzati, “inventati” appunto.
La verità è che io sono ancora quella del romanzo, come sono quella che l’ha scritto. La giovinezza (la ragazza) era diventata vera nella scrittura. Forse perché l’autrice potesse scriverne nella vecchiaia? Adesso io sono molto vecchia – fatto assolutamente irrilevante – ma sono anche quella ragazza. Dove? Nel libro. Lì la ragazza è viva.
(L. Romano, Introduzione a Una giovinezza inventata, 1995)

Tipologia di Libro: Romanzo

Libro edito da: Einaudi

Anno di pubblicazione: 1979

Argomenti Trattati: storie di donne - psicologia e introspezione