GLI STATI GENERALI DELLE DONNE A BARI
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Gli stati generali delle donne, siamo certe, diventerà un evento per le prossime amministrative nel capoluogo. Attraverso la stampa e le TV, intendiamo invitare tutte le donne della città a farne parte e i partiti, i movimenti, le liste e le candidate e i candidati a sindaco a seguirne il processo utile per la selezione della nuova classe dirigente cittadina.
CHI SIAMO
Per la maggior parte siamo donne che da anni si occupano dell’affermazione dei diritti
delle donne. Obiettivo condiviso anche da molti uomini. Non nasciamo oggi, quindi, ma abbiamo già intrapreso moltissime battaglie di genere. L’ultima ha trovato il consenso di 33mila firme per la proposta di legge di modifica della legge elettorale regionale che proponeva la presenza del 50% di donne nelle liste elettorali e l’introduzione della doppia preferenza.
Proposta di iniziativa popolare respinta – lo ricordiamo – dall’attuale Consiglio regionale.
COSA CHIEDIAMO
Riteniamo che la nuova legge elettorale che introduce, per la prima volta, la doppia preferenza di genere alle amministrative - unica vera novità della prossima tornata elettorale - nonostante le apparenze, contenga dei possibili rischi per la rappresentanza femminile. La concreta possibilità, cioè, che le donne che intendono occuparsi di politica e non hanno familiarità con i meccanismi del mero calcolo dei voti vengano ancora una volta escluse dal circuito elettorale. Questo meccanismo per funzionare, infatti, ha bisogno di uno scambio di consensi fra candidati uomini, forti di pacchetti-voto già consolidati, e donne per lo più già presenti all’interno dell’agone politico. Oppure, peggio, che venga promossa e utilizzata in lista la presenza di donne solo per meri calcoli di potere dei maggiorenti dei partiti o come semplice riempitivo. Nel primo caso, ogni meccanismo di rinnovamento andrebbe bruciato.
Nel secondo, si tratterebbe di candidature femminili di bandiera già viste in passato, soprattutto in Parlamento. Noi chiediamo, allora, ai partiti, movimenti e liste di agire perché queste condizioni ora descritte non si verifichino e proponiamo delle soluzioni concertate. Spesso i partiti si sono detti disponibili a dialogare con la società civile per la promozione delle istanze che da questa provengono. Bene, questo è proprio uno di quei casi.
Verificheremo la disponibilità delle sigle politiche e dei candidati sindaci e sindache ad aprire un dialogo con noi. Intanto, la scelta di tutti i candidati sindaci di dichiarare che la futura giunta sarà composta al 50% da donne – così ci pare di capire – è un primo segnale condivisibile di partenza, anche se non può bastare da solo.
COSA CI PROPONIAMO DI FARE
Proponiamo meccanismi nuovi di scelta della selezione della classe dirigente. Linguaggi politici nuovi. Per la prima volta donne sceglieranno altre donne che verranno segnalate ai partiti attraverso gli Stati generali delle donneperché siano incluse nelle liste elettorali.
Donne da affiancare a quelle già presenti, si intende, ciascuna secondo il proprio credo politico e che i partiti si impegnano a candidare e sostenere. Le donne scelte dalle donne non si presentano a mani nude ai partiti, perché potranno contare sui voti di chi le ha scelte.
Starà ai partiti avere l’intelligenza di sfruttare questa opportunità. Nessuna di loro - isolata - avrebbe potere contrattuale con le sigle politiche per sponsorizzare la propria candidatura, ma in questa maniera è già attrezzata di una dotazione certa di consensi: quelli di chi le ha scelte e si impegna a votare per loro. Questo gruppo di donne sarà selezionato durante Gli stati generali delle donne e non è che l’inizio di un lungo percorso. Verranno, infatti, avanzate proposte anche per le elezioni regionali e politiche e verrà mantenuto un feedback continuo con le nostre candidate.
QUANDO E DOVE
Gli Stati generali delle donne
si terranno agli inizi di aprile, per tre giorni. Ci saranno tavoli di lavoro e di proposta aperti a tutte le donne della città che si saranno iscritte per partecipare e che accetteranno il nostro metodo. La nostra intenzione, se sarà possibile, è quella di utilizzare gli spazi di Abusuan, della Vallisa, del Fortino per i lavori di proposta e di tenere la conferenza stampa finale nel Palazzo comunale. Per tre giorni le donne di Bari occuperanno la città e si faranno sentire. E’ un segnale anche aver voluto tenere questa conferenza stampa nell’aula del Consiglio comunale che speriamo di occupare presto in tante.
I CONTENUTI
Gli Stati generali delle donne non saranno soltanto un’occasione per promuovere dal basso una nuova classe dirigente, ma le donne – grazie alle loro competenze - costruiranno una integrazione ai programmi dei sindaci su tematiche di genere: tracceranno, infatti, i profili della nuova Città delle donne – la città di tutte e tutti,dopo aver interpellato le cittadine nei vari quartieri sulle loro necessità primarie. Esiste, infatti, una progettazione urbanistica di genere delle città, ma non vogliamo anticipare la sostanza dei tavoli tematici che si terranno nella tre giorni degli Stati generali e che vi illustreremo in un ulteriore incontro nelle prossime settimane. Infine, va da sé che le nostre candidate saranno scelte attraverso meccanismi di selezione trasparente.La nostra non è un’operazione di potere. Ciascuna di noi non sta promuovendo se stessa e non stiamo fondando un nuovo movimento politico, siamo più che altro una lobby, nel senso europeo del termine, un gruppo di pressione formato da donne – tante - che intendono mettere a disposizione dei partiti e dei sindaci, idee, professionalità, competenze, nuovi punti di vista. In cambio, però, chiediamo rappresentanza e impegni certi.
Sta ai partiti comprendere questa urgenza e cogliere questa opportunità scongiurando ulteriori defezioni dalle urne, dopo la sconfitta subita non dalle donne, ma dai partiti, a seguito della brutta bocciatura in Regione della legge 50/50. I consiglieri regionali ancora una volta in Puglia hanno dimostrato di essere più arretrati dei loro stessi colleghi in Parlamento.
Mentre alla Regione Puglia, infatti, bocciavano la legge 50/50 già in vigore in altre regioni d’Italia (Campania, ad esempio), contemporaneamente i parlamentari iscritti ai medesimi partiti approvavano la legge sulla doppia preferenza per le elezioni comunali.Uno strabismo incomprensibile. Si tratta, allora, per la politica pugliese di dar forma, finalmente e con coerenza, allo specchio reale della società: le donne superano il 50% degli aventi diritto al voto. Dare loro adeguata rappresentanza è un dovere per i partiti.
PERCHE’ VOTARE DONNA
In chiusura, permetteteci una provocazione. Ci si potrebbe domandare: perché le donne, che pure rappresentano più della metà dell’elettorato, dovrebbero votare donna?
Basta l’appartenenza al genere per pretendere ed ottenere il voto delle donne? Forse ci vorrà tempo, ma noi siamo convinte dell’ineluttabilità di questa scelta, ove sostenuta da buone ragioni. Anzi, siamo convinte che con il tempo anche tanti uomini voteranno donna. Le donne hanno connaturato con il proprio essere, infatti, una prospettiva diversa nell’affrontare i problemi, una visione di “genere” direbbe chi sa. Proprio di recente l’archistar Renzo Piano in una intervista che ha fatto molto discutere ha messo l’accento sulla necessità di “rammendare” i quartieri, di “prendersi cura” delle città. L’I caredelle migliori politiche pubbliche, quell’avere a cuorei cittadini e le città. Potremmo dire che le donne sono da sempre vere e proprie artiste del “rammendo” (e non ci riferiamo certo all’arte del ricamo).
Gli uomini ci hanno provato a cimentarsi in questo compito e spesso hanno fallito, a giudicare dai risultati. E’ necessaria allora una svolta, specie in questo periodo complicato per la società, occorre un cambio di mentalità, un nuovo sguardo rivolto alla città e ai cittadini: quello delle donne. Non parliamo di casi singoli, ma di una presenza massiccia di donne in Consiglio comunale per poter finalmente incidere sull’indirizzo politico di governo. Ecco, noi siamo qui proprio perché vogliamo prenderci le nostre responsabilità e sappiamo che le donne in politica rappresentano l'unica vera linfa nuova per il prossimo futuro. Ai partiti, ai candidati sindaci, ai movimenti e alle liste chiediamo una interlocuzione; ai cittadini di avere fiducia in noi. Con la presenza delle donne nelle istituzioni può cominciare davvero un mondo nuovo.
Buon lavoro a tutte noi, allora.

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