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- Categoria: Ricciocornoschiattoso
- Pubblicato: 22 Gennaio 2014
Da un articolo del Messaggero del 22 febbraio 2012:
Ma di questa dichiarazione ne parlano diversi quotidiani, ad esempio il Corriere della Sera.
I pedofili non amano essere etichettati come malati. Neanche a me piace chiamarli “malati”; preferisco pensare a loro come a persone colpevoli di un reato penale, l’abuso sessuale su minore.
A proposito degli emendamenti che definiscono la pedofilia un orientamento sessuale,Giovanardi si giustifica così (dal quotidiano Libero):
La pedofobia indicherebbe, ci dice Libero, usando il condizionale presente. Il condizionale, a differenza dell’indicativo, è un tempo verbale che, come sappiamo, non viene usato per descrivere ciò che è, ma ciò che potrebbe essere. Insomma, secondo Libero il significato della parola “pedofobia” non è ben definito: potrebbe indicare una cosa, ma volendo anche un’altra.
Chi ha inserito la pedofilia fra gli orientamenti sessuali -ci dice Libero – voleva in realtà inserirci la pedofobia, ma sfortunatamente era sprovvisto di dizionario. Questo episodio è “tragicomico”.
Ah! Ah! Ah! Le matte risate! Pensa se non se ne fosse accorto nessuno… La tragedia.
Il termine fobia sarà un’altra di quelle parole dal significato incerto, oppure concordiamo tutti sul fatto che indica un’irrazionale e persistente paura e repulsione di certe situazioni, oggetti, attività, animali o persone?
Vi ricordo che si definisce “orientamento sessuale” l’attrazione erotica ed affettiva per i membri del sesso opposto, dello stesso sesso o entrambi.
Insomma, Giovanardi intendeva difendere sia coloro che provano dell’attrazione, sia coloro che saranno colti dal panico “qualora in futuro la pedofilia venga equiparata all’omosessualità“.
Chi dovrebbe equipararla non è ben chiaro.
Io sono nel panico ADESSO.
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