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- Categoria: Ricciocornoschiattoso
- Pubblicato: 05 Gennaio 2014
Nel giugno del 2012 muore, a causa di ustioni gravi sul 60% del corpo, Steven Simpson.
Steven Simpson aveva 18 anni, era gay e soffriva della sindrome di Asperger. Per questi motivi era stato vittima di atti di bullismo, a causa dei quali sua madre si era convinta a cambiare casa.
Durante una festa di compleanno, alcuni fra i presenti hanno pensato che fosse divertente convincerlo a spogliarsi, per poi scrivergli addosso insulti omofobici. Ma non si divertivano abbastanza, così lo hanno cosparso di olio abbronzante e al grido collettivo “Accendilo! Accendilo!”, uno degli altri invitati, Jordan Sheard – 20 anni – con un accendino gli ha dato fuoco.
Il Giudice, durante il processo a Jordan Sheard, ha affermato che, sebbene la serata fosse stata caratterizzata da giochi scatenati, ma comunque di natura bonaria (good-natured horseplay,è il termine scelto), dare fuoco ad un uomo cosparso di olio infiammabile è da considerarsi un atto estremamente pericoloso.
Invece scrivere insulti omofobici sul corpo nudo di una persona è un “good-natured horseplay”, un gioco bonariamente sopra le righe.
D’altra parte alcuni testimoni hanno dichiarato che Steven non si era ribellato, ma sembrava divertirsi a sua volta. Come potevano, i presenti, rendersi conto del fatto che stavano per uccidere qualcuno?
Steven Simpson è morto e non può fornire alcuna testimonianza dell’accaduto.
Sono ragazzi: giocano, scherzano. A volte se la prendono coi disabili, a volte con i gay, a volte con le ragazze e per loro organizzano allegri stupri di gruppo. Vogliamo negare ai ragazzi un po’ di sano divertimento?
Mi è tornata in mente questa notizia ieri, leggendo su Il Fatto Quotidiano del gioco “Squillo”, dal quale cito:
…a prevalere è soprattutto la violenza. Le ragazze sono le “troie”, che possono essere uccise e i cui organi possono essere venduti per fare cassa. C’è la carta Taglia Gole, che “consente di levare di torno una troia nemica”, quella Inculata da un rottweiler, che “rende malata la troia che colpisce”, c’è l’opzione Kamikaze, per “trasformare la ragazza in una bomba umana”, Il pestaggio e La gravidanza indesiderata. Ci sono persino l’Olocausto, il Patto col Diavolo e la Possessione demoniaca, le punizioni per i papponi troppo caritatevoli o troppo stupidi, e, infine, pratiche estreme, il Pissing e il Fisting ma anche, ben visibile appena si apre il sito, il Gerbilling, con tanto di roditore tra le gambe di una ragazza.
Tutti hanno letto da qualche parte che l’esposizione alla violenza, anche se si tratta di violenza virtuale, fa crescere l’aggressività nei giovani e aumenta la quantità di pensieri negativi e violenti (lo afferma l’APA, l’American Psychological Association): ma non ci interessa.
La cosa più importante è non essere etichettati come “bacchettoni”. Pur di non essere considerati “moralisti” siamo disposti a gridare ai quattro venti che la violenza è solo un gioco e che la diffusione di simili “giochi” non ha nulla a che vedere con eventi analoghi alla morte di Steven Simpson.
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