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- Categoria: Ricciocornoschiattoso
- Pubblicato: 20 Febbraio 2014
Quanlche giorno fa vi raccontavo che Antony Burgess, l’autore di “Arancia meccanica”, aveva trovato ispirazione per il suo celebre romanzo nel dibattito intorno alle possibili applicazioni della “terapia dell’avversione”, e di come nel decennio successivo alla pubblicazione dell’opera questa terapia avesse affascinato i teorici delle “terapie riparative”, termine che definisce tutte quelle “cure” che si propongono di convertire un orientamento sessuale in altro.
Vi raccontavo che l’Apa, l’American Psychiatric Association, nel 2009 ha diffuso un rapporto, “Appropriate Therapeutic Responses to Sexual Orientation“, nel quale non solo afferma che simili approcci terapeutici non producono i risultati sperati (The participants in this body of research continued to experience same-sex attractions,pag.2), ma che queste terapie risultano dannose per il paziente:
We found that there was some evidence to indicate that individuals experienced harm from SOCE (sexual orientation change efforts). Early studies documented iatrogenic effects of aversive forms of SOCE. These negative side effects included loss of sexual feeling, depression, suicidality, and anxiety. High drop rates characterized early aversive treatment studies and may be an indicator that research participants experienced these treatments as harmful. (pag.3)
Fra gli effetti “iatrogeni” (cioè gli effetti non voluti e patologici causati da un trattamento medico) dei trattamenti che si propongolo l’obiettivo di cambiare l’orientamento sessuale di un individuoci sono la perdita di desiderio sessuale, depressione, tendenze suicide e l’ansia.
Il “paziente” non si sente meglio, ma peggio.
Se ci andiamo a leggere il codice deontologico degli psicologi italiani, scopriamo che l’articolo 3 recita:
Lo psicologo considera suo dovere accrescere le conoscenze sul comportamento umano ed utilizzarle per promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunità.
In soldoni, la terapia dovrebbe aiutare il paziente a sentirsi bene. Sembrerebbe ovvio, ma purtroppo non lo è. Per molti sostenitori delle terapie riparative ( e ce ne sono, in circolazione!) non lo è.
L’articolo 4 di questo codice ci dice:
Nell’esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità. Lo psicologo utilizza metodi e tecniche salvaguardando tali principi, e rifiuta la sua collaborazione ad iniziative lesive degli stessi.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso ufficialmente l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali il 17 maggio 1990, ma l’Apa già negli anni ’70 aveva provveduto ad eliminarla dal DSM, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali.
Tutto quelle teorie che ci raccontano che l’orientamento omosessuale potrebbe essere causato da problemi nella fase di riconoscimento-identificazione con il genitore del medesimo sesso sono considerate dalla medicina prive di fondamento scientifico, come anche i tentativi di trovare un’origine biologica all’omosessualità sono tutti falliti.
Riassumendo: ci sono gli omosessuali; non sono “malati”; se provate a curarli rischiate di farli ammalare sul serio.
Perché ci sono gli omosessuali?
Mi verrebbe da chiedere: e tutti noi perché esistiamo nel modo in cui esisistiamo?
Perché mi piace la cioccolata e non il brodetto di pesce? Dovrei costringermi a mangiare brodetto perché c’è un sacco di gente che lo adora?
Ci sono tante cose, in natura, delle quali non comprendiamo la ragione…
Lo squalo martello, ad esempio: che senso ha quella testa con gli occhi posizionati in modo da impedirgli di vedere davanti a sé?
Sembra estremamente poco pratico e gli scienziati non hanno idea dell’utilità di una testa simile, eppure scommetto che lo squalo martello non si sente un “diverso”, uno “sbagliato”, non pensa a farsi “riparare”. E dubito che gli altri squali lo discriminino.
Guardate questo buffo insetto brasiliano, il Bocydium globulare:
Perché abbia quelle assurde antenne non lo sa nessuno. A cosa servono? Un mistero.
Perché a certi uomini piacciono le donne e al altri gli uomini? Boh! Perché certe donne si sentono attratte da altre donne invece che dagli uomini? Mah!
Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tuafilosofia,scrive ad un certo punto Shakespeare in una celebre tragedia.
Se lo squalo martello maggiore, che raggiunge i sei metri di lunghezza, è potenzialmente pericoloso per quel bagnante che si immerge con ferite che perdono sangue, l’omosessuale – dentro o fuori dall’acqua – è assolutamente innocuo. Non ho mai sentito di un omosessuale che ha morso un eterosessuale. Di eterosessuali che massacrano omosessuali, invece, ultimamente si legge piuttosto spesso.
Eppure, sembra essersi diffusa una gran paura dell’omosessuale.
Del panico che serpeggia in certi ambienti ha scritto tempo fa Lorenzo Gasparrini,un post che vi consiglio caldamente.
Eccovi un esempio di gente nel panico:
Un progetto di educazione alla diversità promosso nelle scuole viene descritto così:
…col pretesto di difendere il giustissimo diritto alla libera scelta sessuale, è stata accettata una pesante ingerenza nell’educazione scolastica, in particolare dei bambini piccoli, per diffondere un’ideologia che vuole lo sfascio della struttura tradizionale della famiglia. Questo, naturalmente, nel nome del progresso e dell’emancipazione civile.
Nelle scuole italiane, quelle della prima infanzia e dell’adolescenza, stanno diffondendosi libri che, con il pretesto di far conoscere «la cultura della differenza» (indecente eufemismo che offende la differenza, confondendola in una cultura dell’omologazione omosessuale) attacca l’istituto famigliare, mettendo in crisi il principio stesso che nella famiglia ci siano un padre e una madre di sesso diverso. Si è arrivati al punto che, nel leggere questi libri, chi si azzarda ancora a sostenere che una famiglia sia composta da un padre e da una madre, debba vergognarsi e scusarsi di fronte ai profeti del nuovo progressismo, cioè agli omosessuali dichiarati.
Secono questi signori è in atto un complotto: gli omosessuali vogliono “omologarci”, ovvero renderci tutti omosessuali. L’obiettivo non dichiarato di questi progetti nelle scuole sarebbe quindi “omosessualizzare” i bambini…
Se un omosessuale sostiene che una famiglia come questa, ad esempio, è normale
sta discriminando le famiglie eterosessuali e sta cercando di convincere i bambini che tutte le altre famiglie non sono normali.
Il che equivale a dire che se dichiaro pubblicamente in una classe delle elementari, durante un’ora di lezione, che il brodetto di pesce non mi piace ma preferisco gli spaghetti con le vongole e che nonostante questo sono una persona normale, ho dichiarato guerra al brodetto, agli chef che lo inseriscono nei menù dei ristoranti e a tutte le persone che lo mangiano. Forse discrimino i pesci, forse addirittura si potrebbe parlare di “propaganda pro-mitili”. Ma soprattuto, a causa del mio gesto sconsiderato, quei bambini saranno condannati a non assaggiare il brodetto di pesce per il resto della loro vita.
Soffermiamoci su un dettaglio: chi sono i discriminati dalla “propaganda gay”?
chi si azzarda ancora a sostenere che una famiglia sia composta da un padre e da una madre
Insomma, chi sostiene che esitono più orientamenti sessuali limita la libertà degli eterosessuali di sostenere che c’è solo un sano orientamento sessuale. Sostenere che esistono tante famiglie possibili toglie il diritto alla famiglia “tradizionale” di impedire a tutte le altre famiglie di chiamarsi famiglie.
Sono degli oppressori, questi omosessuali.
Questi signori vorrebbero che venisse insegnato ai loro figli – e ai figli si tutti quelli che non sono d’accordo con loro – è che la famiglia è composta da un padre e da una madre, ovvero da due individui di sesso opposto, e che non c’è nessun’altra famiglia possibile.E se c’è, è sbagliata.
Chi vuole raccontare un’altra storia lo fa per “omosessualizzarvi”.
Ora, io e mio figlio, tutti i giorni ci guardiamo il programma televisivo “Modern Family“, nel quale c’è una famiglia omosessuale. Seguendo il ragionamento di questi signori, starei “omosessualizzando” mio figlio.
Vi farò sapere.
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