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- Categoria: Massimo Lizzi
- Pubblicato: 23 Dicembre 2013
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Sì, ho frequentato prostitute e preferivo le giovani (Jean Marie Le Pen, ottobre 2009) |
di Maria Rossi
Mentre la Ministra francese per i diritti delle donne, Najat Vallaud-Belkacem, che fin dall'insediamento in carica aveva esternato le sue convinzioni favorevoli all'abolizione della prostituzione, si dichiara scioccata dalla decisione del governo spagnolo di ridurre drasticamente il diritto d'aborto e comunica di aver espresso le sue preoccupazioni alla collega spagnola e, mentre il Partito comunista francese denuncia il terribile arretramento dei diritti delle donne, Jean-Marie Le Pen, presidente onorario del Front National, (estremadestra) esprime la sua soddisfazione per il provvedimento adottatoche, a suo parere, dimostra chesi può agire sulla questione con misura, intelligenza e attenzione al rispetto della vita umana.Simile valutazione è stata espressa in Italia da Giuliano Ferrara in un articolo pubblicato suIl Giornale,intitolatoRifiutare l'aborto fa rinascere il buon senso. Vorrei ricordare come entrambi abbiano espresso la propria contrarietà all'abolizione della prostituzione in Francia. [Il Foglio 22.11.2013] [Il Foglio 1.11.2013] Le Front National nel programma del 2002 auspicava, anzi, il ritorno a un sistema regolamentarista.Patrick Bourson, capolista del partito di Le Pen nella circoscrizione Centro alle elezioni europee del 2009, ha costituito nel 2010 una formazionedi estrema destra che richiede la riapertura delle case chiuse.
In Spagna, l'AsociaciónNacional de Empresarios de Locales de Alterne (ANELA), l' associazione dei proprietari di bordelli è stata presieduta fino al 2011 da José Luis Roberto Navarro,fondatore del partito di estrema destra España 2000, formazione di orientamento xenofobo e neofascistaaffine al Front national di Le Pen e fermamente contraria all'aborto.
E' dunque chiaro come regolamentazione della prostituzione e negazione del diritto di interruzione volontaria della gravidanza siano perfettamente compatibili e, se presenti contemporaneamente, si rivelino espressione di un orientamento politico marcatamente di destra, talvolta estrema. La ragione è semplice: si tratta di consolidare nella coscienza collettiva l'idea che i corpi delle donne siano oggetti sessuali espropriabili e sfruttabili per la riproduzione o per il godimento maschile, un'idea che riposa sulla concezione capitalista del corpo come proprietà privata, in quanto tale alienabile.
Scriveva non a caso Alexandra Kollontaj inIl comunismo e la famiglia:
Questa vergogna (la prostituzione)la dobbiamo al sistema economico oggi in vigore, all'esistenza della proprietà privata. Quando sparirà per sempre la proprietà privata sparirà il commercio della donna.
In quello straordinario laboratorio di sperimentazione sociale che fu l'URSS dei primi anni della Rivoluzione lotta contro la prostituzione e riconoscimento del diritto di aborto procedettero di pari passo, così come l'affermazione della completa parità tra i coniugi e l'ampliamento dei diritti civili, inclusi quelli degli omosessuali, (il reato disodomiavenne depenalizzato nel 1922).
Anche la Comune di Parigi nel 1871 procedette alla soppressione delle case chiuse.
Con ciò non intendo affermare che l'abbattimento del capitalismo produca automaticamente la demolizione del patriarcato. Non è così. Molte delle conquiste dei primi anni della Rivoluzione russa vennero per altro fortemente ridimensionate nell'epoca stalinista. Quel che mi preme sottolineare è piuttosto il fatto che l'abolizione della prostituzione introduce nel sistema caratteri anticapitalisti e antipatriarcali, perché sottrae il corpo delle donne allo status di merce, di oggetto sessuale di proprietà, sia pure temporanea, dei clienti, configurandosi come un atto che anticipa e prefigura una società diversa. Sarà per questo che non piace a Ferrara, a Le Pen, adAlberto Ruiz-Gallardón, aMariano Rajoy, a José Luis Roberto Navarro.
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