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«Ehi, fermatevi a riposare!». Le parole ci colpiscono mentre sfrecciamo sulla statale che da Taormina ci porta ad Aci Trezza, e ci vuole qualche centinaio di metri prima che un suono indistinto in mezzo al traffico venga decodificato come un invito destinato a noi.

La ragazza di colore è ferma sotto a un cavalcavia, all’ombra. Ha una bicicletta e un turbante coloratissimo in testa. Urlo a Silvia che mi precede: «Diceva a noi! Che facciamo? Torniamo indietro?».

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