È difficile riuscire a essere lucidi in questo momento. Sono 30 anni che gay, lesbiche e bisessuali aspettano di essere riconosciuti dallo Stato, e con il voto di fiducia al Senato sul maxi emendamento sulle unioni civili, si è compiuto il primo passo in questa direzione. Ma non tutti festeggiano.

Da quando è stato presentato il disegno di legge Cirinnà, nel 2013, ho letto, scritto, commentato, mi sono indignata, ho sofferto, ma soprattutto ho sperato. Nell’ultimo periodo, lo ammetto, ci avevo anche creduto, nonostante una vocina mi dicesse: ne verrà fuori il solito pastrocchio all’italiana.

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