26 agosto 1789: a Versailles, l'Assemblea Nazionale Costituente francese emana la Dichiarazione dei diritti dell'Uomo e del Cittadino. Da allora i libri e la Storia (rispettando una lunga tradizione e, ad oggi, Wikipedia inclusa) sorvolano sempre su un dettaglio: tale dichiarazione si riferiva all'Uomo esclusivamente in quanto maschio, mentre la donna non vi era minimamente contemplata. Due anni dopo, nel 1791, Olympe De Gouges, raffinatissima letterata e politica, tentò di colmare questa lacuna pubblicando un documento complementare, la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina: atto che, insieme alle sue altre coraggiose prese di posizione contro la deriva dittatoriale, le costò poco dopo la ghigliottina.
Condanna a cui il procuratore della  Comune di Parigi, Chaumette, plaudì, con la motivazione che la morte sia pienamente meritata da una donna che dimentica le virtù che convengono al suo sesso. Cioè l'obbedienza e la acquiescenza allo stato di schiavitù a cui le donne si devono attenere.
Visione radicalmente capovolta solo dalla vera rivoluzione che, negli stessi anni, si operava nel nuovo mondo, dove la congregazione religiosa degli Shakers proclamava, e realizzava, la piena uguaglianza dei sessi. Comunità evolutissima, un po' troppo per gli americani; e infatti purtroppo già quasi estinta alla fine degli anni Trenta.

26 agosto 1920: Washington, le donne americane ottengono l'applicazione del 19° emendamento e, con esso, il diritto di voto; dal 1971 il Congresso proclama anche questa data Women's Equality Day.

59 anni dopo la ratifica del 19° emendamento: fu solo nel 1979 che l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite giunse ad adottare la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna (Cedaw, entrata poi in vigore nel 1981).

I soli Stati membri dell'Onu che NON ratificarono la Convenzione furono Iran, Somalia, Sudan (Stati islamici), inoltre Nauru, Palau, Tonga (3 piccole nazioni insulari del Pacifico), infine proprio gli Stati Uniti (che l'hanno firmata, ma mai ratificata; anche se Obama è sempre stato ben intenzionato in tal senso). 

Purtroppo nello stesso anno in cui l'Onu adottava il CEDAW, in uno staterello dittatoriale che era stato armato fino ai denti dagli Stati Uniti, aveva luogo la malaugurata rivoluzione islamista che, facendo passare il paese dalla padella nella brace, diede formidabile impulso al dilagare dell'islamismo politico e all'immane strascico di tragedie che questo si porta dietro. Tragedie peraltro da costoro benedette, secondo gli insegnamenti della Guida suprema Khomeynil'Islam o è politico o non è nulla [...] la guerra è una benedizione per il mondo e per ogni nazione [...] una religione senza guerra è zoppa [...] Allah ordina agli uomini di condurre una guerra e uccidere [...] I nostri giovani combattenti sanno che l'uccisione degli infedeli è uno dei compiti più nobili che Allah affida all'umanità. 

Oltre a tutto ciò questo tizio, nel suo programma politico, metteva in primissimo piano (come è ovvio, e in piena assonanza con i suoi "stranemici" sauditi; e come è caro da sempre a dittatori e nazisti di ogni ordine e grado), l'obiettivo di far sparire le donnericacciandole nella più profonda soggezione e dunque nel comodo ruolo di oggetti al servizio del maschio e dello Stato. Tutte a produrre carne da cannone, servire e sollazzare i maschi, far riposare i guerrieri.

Una cosa tanto mostruosa la si può motivare solo come volere di Dio; che ci vuoi fare! ce lo chiede il divino in persona; questa oggi è anche la strada più facile, e i dittatori non rinunciano di certo a una merce efficace con cui comprare, a tutti gli effetti, l'adesione della popolazione maschile. Perciò c'è questo, al cuore dello stesso progetto politico che, con l'offensiva dell'Isis, rappresenta il più grave pericolo che oggi minaccia tutti e tutte: l'odio per le donne e la feroce determinazione a farne un genere-schiavo; nonché piatto di lenticchie per tutti i frustrati

96 anni dopo: ed eccoci al 2016; di quanto sopra si parla poco e si capisce ancora meno, oppure si preferisce non capire; lasciando il tema alla disastrosa interpretazione razzistica dei misogini autoritari; che nel caso, tuonando contro immigrazione e vomitando odio razziale, sono anche i migliori alleati dei loro peggiori nemici.

I nostri maschi libertari, dal canto loro, di Engels si sono dimenticati tranquillamente; c'è chi non l'avrà mai nemmeno letto; ma molti, gli intellettuali che più pontificano, preferiscono non ricordare. Se così non fosse, di fronte alle battaglie femminili smetterebbero di fare il broncio insofferente del ma insomma, con tutti i problemi più seri che ci sono. E inizierebbero a rimboccarsi le maniche insieme a noi.