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La rete è un terreno fertile per l'insulto. E l'insulto paga. Lo sostiene Federico Mello sull'Huffington Post, prendendo spunto dal caso di Maria Novella Oppo. Perchè la rete è un ambiente deumanizzato, in quanto si comunica solo con il testo. E perchè, per farsi notare esistono solo due modi: scrivere qualcosa di utile per le teste; scrivere qualcosa di emotivo per le pance. La seconda via è la più facile. E spiega il successo di Grillo, ma anche di blogger e giornalisti, tipo Andrea Scanzi.
Sembra una spiegazione verosimile - un po' deresponsabilizzante nei confronti di individui e subculture. Ciò vorrebbe dire che grazie alla rete abbiamo molta più violenza verbale. E' probabile però, che grazie alla rete abbiamo molto più di tutto. Ricordo una vignetta in circolazione un anno fa. Mostrava una serie di quadretti divisi in due colonne raffiguranti nella prima quello che facevamo ieri e nella seconda quello che facciamo oggi. Ieri guardavamo un film con la televisione, ascoltavamo musica con la radio o con lo stereo, leggevamo con un libro, giocavamo con le carte, la dama, il flipper, etc. scrivevamo con carta e penna o con la macchina da scrivere. Facevamo sesso con un altra persona. Nella seconda, oggi: facciamo tutto con un computer o con un dispositivo mobile connesso in rete. Compreso, l'insulto. La rete è terreno fertile per tutto e sovradimensiona tutto. Anche il riflettere, ragionare, argomentare, documentare, discutere civilmente. Esistono molti blog e molte pagine assolutamente civili e pensanti, che senza la rete non sarebbero mai state scritte.
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L'esplosione della violenza verbale nella comunicazione mediatica ha anticipato la rete di almeno dieci anni. La prima volta accidentalmente, nel 1986, quando Radio Radicale trasmise senza filtro una sequenza non stop di messaggi telefonici, durante la quale si distinsero soprattutto lo scambio di insulti tra settentrionali e meridionali. Poi, alcuni anni dopo, con la caduta del sistema di potere democristiano e l'avvento della Lega Nord e di Forza Italia. Talk-show al posto delle tribune politiche, egemonizzati da personaggi tipo Vittorio Sgarbi con la compiacenza dei conduttori. La rissa come modalità di ripristino del monopolio maschile sul dibattito pubblico. Indubbiamente quelle trasmissioni e quei personaggi hanno avuto successo, perchè sono diventati popolari, ma è stata spesso una popolarità accompagna anche da un a diffusa disistima.
Su Facebook contiamo solo i Mi piace. Non esiste un pulsante che dica Non mi piace. Se esistesse, i click sarebbero altrettanti. E secondo un principio del marketing, un dissenziente (cliente insoddisfatto) vale tre consenzienti (clienti soddisfatti), perchè si mette a fare una pubblicità negativa con un impegno tre volte superiore a quello che vuole fare una pubblicità positiva. Ignoro quanti abbiano sentito il bisogno di scrivere un post per esprimere quanto gli piace Andrea Scanzi. Ne ho letti invece che esprimono il contrario, io stesso ne ho scritto uno a proposito del suo antifemminismo.
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Ecco il punto: gli insulti trovano il loro terreno fertile, non tanto nella rete, quanto nella deumanizzazione. Quella prodotta soltanto dalla rete, che cita Mello, è una deumanizzazione individuale, una virtualizzazione dell'altro. Posso illudermi di avere davanti a me, non una persona, ma un avatar. Tuttavia, quello che induce all'insulto è in genere la deumanizzazione di intere categorie di gruppi umani. Chi insulta qualche volta è un maleducato, che diverrebbe educato se solo si esprimesse con garbo. Ma più spesso è una persona che cerca capri espiatori, che disprezza le donne, i neri, gli ebrei, i bassi, i grassi, i vecchi, gli zingari, etc. Uno che quando si esprime con garbo è un razzista occulto. Nella pagina di Grillo, i topic dedicati agli avversari maschili sono relativamente più composti. L'ultimo dedicato a Enrico Letta vede far stancamente capolino di tanto in tanto, qualche faccia di bronzo, faccia di tolla, faccia di merda e coglione. Molto più intensi e violenti sono i topic dedicati a Laura Boldrini, bersagliata da commenti sessisti e pornografici. Di nuovo un po' più stanchi i topic dedicati a Giorgio Napolitano, che però si impennano quando qualcuno decide di colpire il presidente nella sua età avanzata. 64 like concessi a Quando muore questo vecchio di merda. Ad essere terreno fertile sono i vari, tanti razzismi. I razzismi sono i sentieri aperti, blog e social media le autostrade asfaltate.Il mezzo il suo contributo lo dà, nel momento in cui permette ai bulli, razzisti e misogini, di riconoscersi, percepirsi in tanti, aggregarsi, sostenersi l'uno l'altro, e diventare una riconoscibile massa attraente. C'è da pensarci quindi, prima di difendere una acritica libertà di espressione. Chi gestisce pagine e blog e permette la divulgazione della violenza verbale a sfondo razzista e sessista o addirittura la sollecita, dovrebbe essere chiamato ad assumersene la responsabilità. Il mezzo però dà il suo contributo anche al movimento contrario.

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