“La tecnologia non è neutrale. Siamo dentro ciò che facciamo e ciò che facciamo è dentro di noi. Viviamo in un mondo di connessioni e importa quali vengono create e quali non vengono realizzate”.
Donna Haraway, tra il 1985 e il 1991, scrisse il Manifesto Cyborg intuendo che la tecnologia avrebbe radicalmente modificato l’esistenza umana nel terzo millennio, e non sbagliava. Quanto, e come, i frutti dello sviluppo tecnologico avrebbero inciso sui corpi e sulle menti umane è oggetto di analisi, studio e dibattito in corso, in questa epoca che, rispetto alle altre precedenti nella storia umana, consente di vivere e verificare in diretta ogni passaggio successivo del potenziamento della connessione tra umanità e macchina.