DOCUMENTO UNITARIO

8 marzo 2014

GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

Il nostro non è un Paese senza futuro, anche se è diventata convinzione comune l’idea del nostro inarrestabile declino.

Ogni anno l’8 marzo siamo costretti a riaccendere i riflettori e a indirizzare il dibattito sull’occupazione femminile e sui forti ritardi dell’Italia rispetto agli obiettivi europei e rispetto ai risultati raggiunti dagli altri paesi grazie all’adozione e al funzionamento di politiche attive.

L’8 marzo segna da sempre una data di bilanci sul ruolo della donna nel lavoro, nella famiglia, nella politica, nelle istituzioni e nella società civile.

Ci chiediamo da sempre quali differenze caratterizzano la partecipazione femminile al mercato del lavoro, e ci chiediamo perché le istituzioni non comprendono che la piena valorizzazione dell’universo femminile non è un valore da aggiungere ma è sviluppo ed economiapoiché nel nostro paese devastato da una crisi strutturale l’obiettivo è la crescita, puntare sulle donne e sulle loro capacità significa realizzare quei due punti di PIL che il mancato utilizzo di esse determina.

Nel nostro Paese le donne sono ancora le più sfruttate, le più discriminate ed emarginate dalla vita produttiva e sociale, costrette a subire una arretrata schiavitù domestica e familiare, vittime di soprusi e violenze sessuali soprattutto in famiglia.

Eppure esistono leggi di fatto positive per le donne e per il miglioramento delle loro condizioni sul lavoro, ed inserimento sociale:

  1. 1. LEGGE n. 120/2011 che affrontal’annoso problema del “tetto di cristallo” ovvero quella barriera invisibile che impedisce alle donne di fare carriera. Da qui la garanzia mediante il decreto attuativo sulle quote di genere nei CDA di società pubbliche.
  1. 2.TESTO UNICO SULLA RAPPRESENTANZA E RAPPRESENTATIVITA’: da qui la svolta che parte proprio dai luoghi di lavoro.Infatti l’intesa interconfederale raggiunta lo scorso 10 gennaio tra Cgil, Cisl, Uil Ugl e Confindustria relativa al Testo unico sulla rappresentanza rappresenta una pietra miliare nella storia delle relazioni industriali per l’Italia, e va esattamente nella direzione di quella crescita economica, sociale e democratica di cui l’Italia ha così tanto bisogno. L’Accordo  che si muove nella logica di rispondere alle esigenze del sistema produttivo, per crescere in competitività, produttività e nel salario,

ha bisogno di innovarsi coinvolgendo di più i lavoratori e le lavoratrici nei processi decisionali dell’impresa visto in un’ottica di genere, e rappresenta un’occasione preziosa, proprio per le donne, di valorizzare la propria presenza e crescita professionale nei luoghi di lavoro.

  1. 3.LEGGE DI STABILITA’ 2014 che prevede maggiori misure che interessano le donne quali:

-  Sostegno della genitorialità;

- Istituzione diFondo per i nuovi nati destinato a sostenerne le spese per le famiglie a basso reddito;

-Misure atte a contrastare la violenza mediante lostanziamento di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015, 2016, per il finanziamento del “Piano d’Azione Straordinario contro la violenza sessuale e di genere” (Legge 119/2013 art.5);

-Rifinanziamento degli Organismi di Paritàcon 500.000 euro per l’anno 2014;

  1. 4.QUOTE DI GENERE NELLA NUOVA LEGGE ELETTORALE:che introduce il principio di parità nella composizione delle liste elettorali. Crediamo e sosteniamo l’introduzione della doppia preferenza come passo fondamentale per una sana e paritaria competizione. Auspichiamo quindi che di questo si tenga conto nel prossimo percorso parlamentare.
  1. 5.RILANCIO DELL’ IMPRENDITORIA FEMMINILE:i cui dati della Camera di Commercio sono senz’altro  positivi  negli ultimi dodici mesi poiché risulta che sulle aziende in attivo in Irpinia oggi,  il  70% è composto da imprese femminili, di cui il 10% realizzate  da donne immigrate.

Tuttavia, nonostante la produzione normativa, nella realtà, la presenza di differenziali salariali di genere, la scarsa rappresentanza delle donne in posizioni di prestigio, nell’economia, nella politica, nelle istituzioni e ai vertici aziendali segnalano che per le donne ancora c’è tanto da fare.

Difatti le donne stanno pagando doppiamente il prezzo della devastante crisi economica e finanziaria  che ha invaso ogni settore produttivo. Non solo perché sono inserite nei settori e nelle qualifiche più basse maggiormente tartassati dalla crisi e dalle ristrutturazioni aziendali, ma anche perché ancora oggi il loro lavoro è considerato marginale e subordinato al loro ruolo materno e familiare e quindi sono le prime a essere messe in cassa integrazione, in mobilità, e, se precarie, mandate direttamente a casa.

E’ per questo che non possiamo non fare anche bilanci negativi:

  1. 1.IL RAPPORTO ILO:(l’Organizzazione Internazionale del Lavoro nel 2013)  attesta ancora un elevato tasso di disoccupazione  e a questo si aggiunge una peggiore qualità del lavoro nella maggior parte dei paesi Ue  a causa dell’ulteriore aumento dell’incidenza del lavoro temporaneo, atipico e part-time con una conseguente disuguaglianza di reddito.
  1. LA QUESTIONE DEL GAP SALARIALE DI GENERE:persiste ancora una disparità di trattamento economico tra lavoratori e lavoratrici mediamente una donna deve lavorare 59 giorni in più di un collega uomo per raggiungerlo in termini medi di retribuzione. Di fatto, l’anno di una donna che lavora è destinato a durare non dodici ma quattordici mesi. La disparità salariale investe tematiche complesse che riguardano l’organizzazione del lavoro, la promozione dell’equità sociale, il superamento di certi pregiudizi culturali, un’organizzazione tipicamente maschile dei tempi di lavoro e la spinosa questione che la maternità non è vista come valore aggiunto ma come ostacolo al mondo del lavoro.
  1. AUMENTO DEI CASI DI ABUSO SU MINORI TRAMITE INTERNET EBABYPROSTITUTE: l’utilizzo e l’abuso del corpo delle donne spesso minorenni rappresenta oggi un nuovo allarme sociale che mediante i media alimentano l’ossessione e  i social network che ne rappresentano il moltiplicatore del fenomeno .
  1. MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI:uno sguardo vicino e lontano va volto ai 140 milioni di bambine e donne che vivono la menomazione provocata da una piaga di tipo culturale, un’orribile pratica che viola la base dei diritti umani. Si tratta di una piaga che interessa non solo i paesi in via di sviluppo ma che si riflette anche sulla nostra società se si considera che ne sono vittime, silenziose, le bambine e le donne di immigrati che vivono in Italia.

Dopo questa breve analisi dello scenario dell’universo femminile e dopo aver analizzato i bilanci positivi e negativi dell’universo femminile, le OOSS in questa Giornata Internazionale della donna propongono azioni concrete che partono dal nostro territorio.

A tal scopo CGIL, CISL, UIL, UGL propongono azioni volte a:

  1. 1.PROMUOVERE E SOLLECITARE ENTI ED ISTITUZIONI AD ATTUARE INTERVENTI DI SOSTEGNOalle pari opportunitàper raggiungere nel breve/medio periodo una maggiore partecipazione femminile nel mercato del lavoro;
  2. SOSTENERE LE POLITICHE DI CONCILIAZIONE mediante una più mirata contrattazione collettiva di 2 livello al fine dilegare sempre più la flessibilità alla produttività delle aziende, e al potenziamento del sistema di welfare attraverso la costituzione di asili nido, servizi di cura per anziani e non autosufficienti, agevolazioni fiscali e contributive al fine migliorare le condizioni delle donne che lavorano.
  3. SOSTENERE LE POLITICHE DI RICERCA ATTIVA DI LAVORO CHE CON IL NUOVO PROGRAMMA EUROPEO “YOUTH GARANTEE”dovrà garantire la riorganizzazione dei Servizi per l’Impiego e attuare la presa in carico dei giovani e quindi anche di donne da inserire nel mercato del lavoro.
  4. INTENSIFICARE LA PRESENZA DELLE DONNE NEGLI ENTI BILATERALI dando piena operatività alla legge in tema di riequilibrio della rappresentanza di genere nei CDA.
  5. POTENZIARE LA RETE ISTITUZIONALE CHE NEGLI ULTIMI ANNI SI E’ VENUTA A COSTITUIRE integrandola con una  partecipazione attiva delle parti sociali e delle realtà associazionistiche con l’obiettivo di realizzare un osservatorio permanente sul fenomeno di genere che permetta poi di attivare azioni mirate al contrasto.
  6. PROMUOVERE CAMPAGNE TERRITORIALIdi sensibilizzazione, iinformazionee prevenzioneper:
  • eliminare ostacoli, pregiudizi, anacronismi culturali che persistono, sia nel mondo del lavoro che nella vita familiare,
  • incrementare il valore del lavoro femminile,
  • superare i divari retributivi,
  • favorire i percorsi di carriera nonché il riequilibrio della rappresentanza di genere.
  • contrastare il fenomeno delle VIOLENZE
  1. SOSTENERE LA CONTINUITA’ DELL’ESPERIENZA DEGLI ACCORDI TERRITORIALI DI GENERE affinché si possa davvero costruire un percorso strutturale volto alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

E’ evidente che per fermare la violenza, per fare conciliazione non basta legiferare ma servono risorse, le stesse che occorrono per attivare i servizi a favore delle donne, la prevenzione nelle scuole e soprattutto  un controllo costante affinché questi fondi siano spesi al meglio.

Quindi chiediamo che vengano immediatamente resi fruibili i Fondi annunciati per il Piano nazionale antiviolenza che l’ex ministro aveva  previsto nel piano antifemminicidio.

E chiediamo  che  si mantenga la promessa dell’istituzione dell’Osservatorio Nazionale per permettere il monitoraggio reale del fenomeno del femminicidio, allargandolo alla violenza più in generale,  il solo che possa permettere il monitoraggio reale del fenomeno per avviare interventi per arrestarne il corso.

L’iniziativa di qualche settimana fa del Comune di Avellino in merito al protocollo d’intesa che impegna istituzione, parti sociali e associazioni potrebbe rappresentare un buon inizio per il monitoraggio territoriale del fenomeno violenza.  Aspettiamo che tale contenitore possa essere al più presto operativo di contenuti.

Queste le proposte di CGIL, CISL, UIL, UGLche  fanno appello perché i dati ed il pensiero collettivo ci riportino ad una reale volontà di superare barriere e tetti di cristallo che ancora accompagnano la vita delle donne.

Come sindacati abbiamo scelto da tempo di non voltarci dall’altra parte e di portare il nostro rinnovato impegno sui tavoli a noi più congeniali per una sfida che vogliamo vincere per i lavoratori, le lavoratrici e per  migliorare la società civile.

E’ da qui che si concretizza la nostra capacità di dare dignità alla persona.

Chiediamo agli uomini di esserci perché una società di donne e uomini è sicuramente migliore.

In questa Giornata non può mancare la nostra solidarietà alle donne spagnole che stanno lottando contro il disegno oscurantista sull’aborto a firma del ministro della salute spagnolo.

Infine, un pensiero va  a CHIARA segregata in casa sotto gli occhi di tanti che hanno preferito tacere.

CGIL                          CISL                          UIL                            UGL

Adele Franca Giro      Tonia  De Giuseppe      Vincenza Preziosi        Monica Spiezia

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