8 marzo 2014
17:00

COMUNICATO STAMPA

Sabato 8 Marzo GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE DONNE, si terrà un sit in davanti al pirellone, lato piazza Duca D?aosta a partire dalle h. 11.

Dopo lo storico sciopero delle donne del 25 novembre 2013, su cui è disponibile un ricco e vivo dossier, contro violenze e femminicidii, ma contro la condizione delle donne a 360° , ci riprendiamo nelle nostre mani l? 8 marzo di lotta, contro le passerelle, le frasi ipocrite una volta all?anno dei rappresentanti istituzionali.

Il 25 novembre abbiamo detto ?noi non ci fermiamo?, ?indietro non torniamo?, perché vogliamo ottenere risultati concreti, lottare contro gli attacchi, ideologici, pratici che peggiorano quotidianamente le nostre condizioni di vita e di lavoro. Noi non ci siamo fermate. In particolare nella lotta contro gli attacchi al diritto d?aborto, nella manifestazione del 1 febbraio, contro il ddl Gallardòn in Spagna e a sostegno della lotta delle donne spagnole, come parte della lotta in difesa del diritto d?aborto, continuamente messo in discussione, in primis dalla crescente obiezione di coscienza,  in questo paese, ma anche contro la presenza intimidatoria degli antiabortisti davanti al Niguarda.

La Regione Lombardia, negli anni delle giunte Formigoni, si è particolarmente distinta per gli attacchi ideologici, pratici contro le donne: ricordiamo, qui: il seppellimento dei feti abortiti, il permesso di ingresso del CAV negli ospedali, le moderne ruote degli esposti, il tentativo di ridisegnare la legislazione nazionale in tema di IVG. Contribuendo a spandere a piene mani un humus maschilista, pregno di concezioni reazionarie verso le donne. Oggi la “tradizione” continua. Nei giorni scorsi i giornali titolavano: ?La Regione taglia sui parti indolore? e ?Mamme straniere a loro troppi fondi?.Il riferimento è alle scelte in materia di sanità finanziata sulla base dei ?risultati?raggiunti e ai fondi per il ?sostegno alla maternità?, i fondi Nasko, puro strumento ideologico al servizio della centralità della famiglia, del ruolo in essa delle donne e per di più, oggi, apertamente razzista verso le immigrate; ma il ?diritto alla vita? delle donne non conta, la condizione reale fatta di precarietà, non lavoro, peggioramento delle condizioni di lavoro?

Inoltre,  la trasformazione dei Consultori in ?Centri di supporto alle famiglie?, che privano le donne di strutture pubbliche: un attacco ideologico e pratico contro le donne, che pone al centro la famiglia con il ruolo subordinato in essa delle donne e le priva di una delle poche strutture di riferimento per l?autodeterminazione in tema di maternità

I tagli regionali, provinciali e comunali ai servizi di assistenza per gli anziani che chiaramente scaricheranno sempre più sulle donne il lavoro di cura e assistenza, contribuendo a ricacciarle a casa, in un ruolo di mera badante che deve supplire ai tagli  di servizi pubblici a favore dei privati, aggravando una già pesante condizione di prolungata permanenza sul lavoro, data dalla riforma Fornero e peggiorando pesantemente le condizioni di lavoro nella sanità Le precarie, lavoratrici, disoccupate del movimento femminista proletario rivoluzionario Milano

Per info e contatti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Di seguito alcuni punti della piattaforma lanciata nello sciopero delle donne del 25 novembre.

- Lavoro per tutte le donne – Trasformazione a tempo indeterminato dei

contratti precari – no alla cassa integrazione infinita

? Reddito minimo garantito a tutte le donne , perchè la dipendenza economica

non sia di ostacolo alla rottura di legami familiari

- Divieto di indagine su condizione matrimoniale, di maternità, di

orientamento sessuale, per assunzioni o licenziamenti

- Riduzione dell?orario di lavoro a parità di salario ? abbassamento dell?età

pensionabile delle donne, come riconoscimento del doppio lavoro

- Accesso gratuito per le donne ai servizi sanitari e sociali

- Difesa e ampliamento del diritto di aborto, abolizione nella L.194 dell?

obiezione di coscienza e gratuità degli interventi e delle strutture,

consultori laici gestiti e controllati dalle donne

- ?case delle donne? in ogni città, e quartiere di grande città, gestiti dalle

donne, di denuncia e di lotta, con servizi gratuiti di avvocati, medici,

psicologi, esperti scelti dalle donne

- NO a consultori o centri confessionali trasformati in luoghi di

controllo/repressione delle scelte delle donne

- Via subito dai posti di lavoro, da posti istituzionali chi esercita

molestie, violenze sessuali…

Milano, 5 marzo ?14

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