COMUNICATO STAMPA

Venerdì 07 marzo 2014
LE STORIE DELLE DONNE PER QUESTO 8 MARZO
Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna celebra la Giornata internazionale della donna ricordando le attuali lotte delle donne in difesa dei loro diritti
Arriva marzo ed è tempo di bilanci. In occasione della ricorrenza della Giornata internazionale della donna, ogni anno le donne e i temi che le riguardano tornano, per un giorno, protagonisti.
L’8 Marzo, più che una festa, è un giorno di lotta, rivendicazione, riflessioni che hanno per protagoniste le donne, la loro condizione, le loro sfide.
Ma di quali storie sono protagoniste le donne all’alba di questo 8 marzo 2014?
Sono storie di VIOLENZA, perché le donne in Italia continuano a morire uccise da uomini che scambiano il possesso per amore. La violenza sulle donne è un fenomeno sociale radicato e devastante. È di pochi giorni fa la pubblicazione della ricerca dell’Agenzia europea dei diritti fondamentali (FRA): in Europa una donna su tre ha subito una forma di violenza fisica o sessuale. 62 milioni di cittadine europee, vittime di abusi, hanno una cittadinanza incompleta senza il riconoscimento di diritti fondamentali come il diritto alla libertà, alla autodeterminazione, alla vita. In Italia, il dato che dovrebbe essere la priorità politica e istituzionale è la agghiacciante costanza del numero dei femicidi ogni anno: ne avviene quasi uno ogni tre giorni. Da un’indagine sulla stampa svolta dalla Casa delle donne per non subire violenza di Bologna, nel 2013 sono stati 134 i femicidi e 88 i tentativi di femicidio. Un dato sicuramente sottostimato vista la assenza di un Osservatorio nazionale sulle violenze di genere e sui femicidi, nonostante gli impegni del precedente Piano nazionale e la ratifica della Convenzione di Istanbul, che assegna un ruolo fondamentale alla conoscenza del fenomeno per mettere in atto politiche e misure di contrasto efficaci.
Sono storie di DIRITTI NON RICONOSCIUTI, perché ignorare la necessità di difenderli significa di fatto metterli a rischio. Ne è una triste prova la recente vicenda della mancata approvazione da parte del Parlamento europeo della “risoluzione Estrela” sui diritti sessuali e riproduttivi. Diritti che pensavamo sedimentati in una cultura giuridica moderna e che invece sono ancora osteggiati nel nostro paese, come ha dimostrato il voto di una parte dei parlamentari europei italiani. Una scelta difficile da comprendere, visto che parte di quei parlamentari appartiene a un partito che nei propri programmi ha molte dichiarazioni di intenti sulla volontà di praticare politiche di genere innovative.
Nel 2014, che le donne siano ancora costrette a ribadire la continuità tra i diritti sessuali e riproduttivi e i diritti umani fondamentali è di per sé lesivo della dignità delle donne.
Sono storie di FATICHE VANIFICATE, tele di Penelope che ogni volta siamo costrette a disfare e a ricominciare daccapo. Come il lavoro intrapreso con il precedente governo sul Piano nazionale contro la violenza, e che adesso ci auguriamo venga ripreso da Teresa Bellanova, neosottosegretaria al ministero del Lavoro che, stando alle ultime notizie, riceverà la delega alle Pari opportunità. Resta l’amarezza per l’assenza di un ministero alle Pari opportunità nel nuovo governo Renzi e di un focus sulle questioni di genere.

1Venerdì 07 marzo 2014LE STORIE DELLE DONNE PER QUESTO 8 MARZOIl Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna celebra la Giornata internazionale della donna ricordando le attuali lotte delle donne in difesa dei loro dirittiArriva marzo ed è tempo di bilanci. In occasione della ricorrenza della Giornata internazionale della donna, ogni anno le donne e i temi che le riguardano tornano, per un giorno, protagonisti.L’8 Marzo, più che una festa, è un giorno di lotta, rivendicazione, riflessioni che hanno per protagoniste le donne, la loro condizione, le loro sfide.Ma di quali storie sono protagoniste le donne all’alba di questo 8 marzo 2014?Sono storie di VIOLENZA, perché le donne in Italia continuano a morire uccise da uomini che scambiano il possesso per amore. La violenza sulle donne è un fenomeno sociale radicato e devastante. È di pochi giorni fa la pubblicazione della ricerca dell’Agenzia europea dei diritti fondamentali (FRA): in Europa una donna su tre ha subito una forma di violenza fisica o sessuale. 62 milioni di cittadine europee, vittime di abusi, hanno una cittadinanza incompleta senza il riconoscimento di diritti fondamentali come il diritto alla libertà, alla autodeterminazione, alla vita. In Italia, il dato che dovrebbe essere la priorità politica e istituzionale è la agghiacciante costanza del numero dei femicidi ogni anno: ne avviene quasi uno ogni tre giorni. Da un’indagine sulla stampa svolta dalla Casa delle donne per non subire violenza di Bologna, nel 2013 sono stati 134 i femicidi e 88 i tentativi di femicidio. Un dato sicuramente sottostimato vista la assenza di un Osservatorio nazionale sulle violenze di genere e sui femicidi, nonostante gli impegni del precedente Piano nazionale e la ratifica della Convenzione di Istanbul, che assegna un ruolo fondamentale alla conoscenza del fenomeno per mettere in atto politiche e misure di contrasto efficaci.Sono storie di DIRITTI NON RICONOSCIUTI, perché ignorare la necessità di difenderli significa di fatto metterli a rischio. Ne è una triste prova la recente vicenda della mancata approvazione da parte del Parlamento europeo della “risoluzione Estrela” sui diritti sessuali e riproduttivi. Diritti che pensavamo sedimentati in una cultura giuridica moderna e che invece sono ancora osteggiati nel nostro paese, come ha dimostrato il voto di una parte dei parlamentari europei italiani. Una scelta difficile da comprendere, visto che parte di quei parlamentari appartiene a un partito che nei propri programmi ha molte dichiarazioni di intenti sulla volontà di praticare politiche di genere innovative.Nel 2014, che le donne siano ancora costrette a ribadire la continuità tra i diritti sessuali e riproduttivi e i diritti umani fondamentali è di per sé lesivo della dignità delle donne.Sono storie di FATICHE VANIFICATE, tele di Penelope che ogni volta siamo costrette a disfare e a ricominciare daccapo. Come il lavoro intrapreso con il precedente governo sul Piano nazionale contro la violenza, e che adesso ci auguriamo venga ripreso da Teresa Bellanova, neosottosegretaria al ministero del Lavoro che, stando alle ultime notizie, riceverà la delega alle Pari opportunità. Resta l’amarezza per l’assenza di un ministero alle Pari opportunità nel nuovo governo Renzi e di un focus sulle questioni di genere.

Ma le storie che vedono protagoniste le donne in questo 2014 da poco iniziato sono anche altre, meno visibili e che invece è importante raccontare.

Storie positive di CAPACITÀ CREATIVA e di RESISTENZA delle donne a una lunga crisi economica e a un ripiegamento progressivo dei sistemi locali di sostegno al lavoro di cura, che da sempre ricade massicciamente sulle spalle delle donne.

Storie di SOLIDARIETÀ, come si è visto in occasione delle manifestazioni che il 1 febbraio hanno riempito le piazze italiane. Solidali con le donne spagnole, tantissime sono state le donne che hanno protestato contro la riforma Gallardòn, fortemente lesiva del diritto di scelta delle donne sulla procreazione responsabile. Nel frattempo in Italia dilaga l’obiezione di coscienza da parte del personale sanitario e diventa sempre più difficile accedere nelle strutture pubbliche all’IVG e alla contraccezione d’emergenza.

Storie di PARTECIPAZIONE e di CONSAPEVOLEZZA sempre crescente in tante giovani donne che scelgono di scendere in piazza per reclamare i loro diritti e per manifestare contro l’ingiustizia della violenza, come è accaduto lo scorso 14 febbraio in occasione delle iniziative legate al One Billion Rising.

Sono, infine, storie di CORAGGIO: il coraggio delle donne che chiedono aiuto e che decidono di uscire dall’incubo della violenza. Nel corso del 2013, 3158 donne si sono rivolte agli undici centri antiviolenza che componevano il coordinamento regionale. Le donne che, a motivo delle violenze subite, hanno contattato per la prima volta un centro antiviolenza nel 2013 sono 2399: per il 63% si tratta di donne italiane e per il restante 37% di donne straniere. Rispetto all’anno precedente, il 2012, si registra un aumento di richieste di aiuto pari al 12%. Sempre in relazione al 2012, aumentano anche le donne che sono in percorso da anni precedenti.

Come rilevato anche negli anni precedenti, le donne accolte nel 2013 sono in larga maggioranza donne con figli/e (78,2%), che subiscono violenze fisiche (64%) e/o psicologiche (88%) e/o sessuali (14%) e/o economiche (39%), prevalentemente da un partner o un ex partner.

Le donne ospitate nelle case rifugio dei centri antiviolenza regionali nel corso del 2013 sono state 164; i figli/e 187. Rispetto all’anno precedente, si registra un aumento tanto delle donne ospitate che dei figli/e. L’incremento complessivo è di circa il 30%.

Un risultato che appare dovuto innanzitutto all’impegno dei centri antiviolenza a dotarsi di strutture più numerose e diversificate, in grado di rispondere ai bisogni delle donne, ma che rivela anche una maggiore consapevolezza, una maggiore determinazione a chiedere aiuto da parte delle donne che vivono una situazione di violenza.

E sono questo coraggio e questo impegno delle donne in difesa dei propri diritti che il Coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna intende celebrare in occasione della Giornata internazionale della donna.

Buon 8 Marzo a tutte!

Coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna

Via dell’Oro 3 – 40124 Bologna Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.centriantiviolenzaer.it

tel. 051 333173 fax 051 3399498

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