Alle sei di ieri pomeriggio, quando Fabrizio Bosso, dall'astronave deserta dove si svolgeva l'ultima giornata del Salone del Libro Extra, ha intonato il Silenzio con la tromba, e quando sulle note scorrevano, lievi come spettri, le immagini degli altri saloni affollati, di gente che cammina, ascolta, si stringe, mi sono finalmente messa a piangere, a dirotto, come una bambina che ha fatto un capitombolo. Un po', certo, la musica: mio padre odiava il Silenzio. Quando ero bambina furoreggiava una versione a 45 giri suonata da Nini Rosso, e sulla copertina, oltre alla tromba, c'erano due fanciulle bionde in pigiama rosa, a sottolineare che quella non era che una ninna-nanna.

Leggi tutto