Di questi tempi, quasi tutti scriviamo di noi stessi: direi fatalmente, e forse direi anche per fortuna: come diceva King, comincia da quel che conosci, ed è assai meno dannoso condividere un'esperienza invece di improvvisarsi virologi, biologi, medici, psichiatri, statistici, esperti in logaritmi (già). Dobbiamo, credo, prendere le misure del mondo partendo dalle nostre reazioni, e da qui provare a eludere i perduranti, ormai antichi narcisismi per provare a capire come procedere prima, come tentare di ricostruire poi. Al momento, almeno, non vedo altra possibilità, o quanto meno non la vedo per chi scrive e lavora coi libri.

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