Questa è una storia piccola, e dunque ininfluente. Ma queste settimane sono fatte anche di storie piccole, dunque accettatela. La mia reclusione più lunga, come ho già raccontato, risale al 1992: da metà marzo e fino alla fine di giugno sono rimasta in ospedale, al Fatebenefratelli, aspettando la nascita di mia figlia, in una gravidanza molto a rischio.

Mi rendo conto di aver istintivamente applicato allora le stesse strategie che sto usando oggi, e forse per questo, a parte i picchi di malumore, tristezza, paura che pure arrivano quotidianamente, in fondo vado avanti.

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