Bene, parliamo di libri. Anzi, di narrazioni. Se c'è una cosa di cui ho bisogno, in queste giornate, è ascoltare: il mio "come state?" non è una formula retorica. Voglio sapere come sono le vostre giornate, se avete un balcone, se invece siete in una casa piccola, e magari in tanti, se avete trovato il lievito per fare il pane, se leggete, se scrivete. Ecco, scrivere. C'è una cosa che mi infastidisce ai massimi livelli, e ne ho già parlato e, no, non mi infastidisce perché mi riguarda (non fino in fondo, visto che come ormai ho detto cento volte, ho cominciato a scrivere la mia storia di peste nel 2016), ma perché la trovo ingiusta, astiosa, inutile.

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