Battendo ogni record personale di percorrenza in automobile da casa mia a via Asiago, mi cade l'occhio su una pizzeria dove, in anni lontani, festeggiavo i compleanni dei figli, e mi abbandono a una fitta di stupida nostalgia dove si mischia tutto, l'infanzia perduta, i tempi perduti e, certamente, la situazione di questi giorni.

Parto da me, in queste giornate, non posso che partire da me per guardarmi intorno: non per narcisismo finzionale, ma perché credo che senza analizzare le proprie emozioni e reazioni e pensieri si rischi fortemente di finire nell'ampia schiera dei giudicanti: quelli che guardano con sprezzo a chi è spaventato, quelli che guardano con rabbia a chi non lo è, ed entrambi si permettono di alzare il ditino e dire "cosa state facendo?".

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