Camminando nella strana nebbia romana, questa mattina, pensavo a quali libri avrebbero vita durissima se fossero pubblicati oggi: certamente American Psycho, certamente Lolita (cui, se ricordate, si dedicò Rebecca Solnit, non positivamente). Ecco, pensando a Lolita mi è tornata in mente Azar Nafisi, che tutti noi abbiamo conosciuto e amato per Leggere Lolita a Teheran. Leggere, ovvero, un libro che è duramente contestato da non poche femministe come segno di libertà. Allora, in tempi in cui l'ombra malintesa della correttezza si allunga giorno dopo giorno (e diamine, leggere più autrici donne non significa non leggere, in nome di quella correttezza presunta, capolavori della letteratura), ho pensato di aprire la settimana con due estratti di un altro libro di Azar (donna e femminista, vorrei sottolineare: come me, vorrei sottolineare), la Repubblica dell'immaginazione.

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