"Negli occhi di una ragazza" di Marina Jarre è stato il libro che mi ha iniziata alla curiosità di lettrice. Intorno ai 14 anni, credo. Perché? Perché raccontava una storia semplice in modo non semplice: una famiglia povera, il padre lavora, la madre rimpiange le sue montagne, Roberto, il fratello maggiore, quello intelligente, fa la rivoluzione, Maria Cristina, la piccola, quella destinata a non studiare e a diventare moglie e madre, osserva. E capisce più degli altri: capisce il desiderio della ricchezza, grazie alla piccola pendola d'oro della madre della ragazza di Roberto, capisce di voler disegnare, capisce che si può, anche, sfuggire a un destino che ha invece divorato la sua compagna di scuola, così bella e coraggiosa e infine imprigionata in un piccolo appartamento, con un neonato e un frigorifero nuovo.

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